TEXAS, U.S.A. - Voci dal Braccio della Morte

          Ultimo aggiornamento: 22/10/2008
   

PRIGIONI: LAVORO DEFORME DI UNA CIVILIZZAZIONE IMPERFETTA

(autore sconosciuto)

Sono un raccoglitore dei debiti della societa’, e il mio salvadanaio e’ lo stomaco senza fondo e insaziabile del tempo che passa accumulando il pagamento dei giorni, sommando implacabilmente i mesi e gli anni..

Sono la residenza della speranza che diventa disperazione, della routine che uccide cosi’ tanto che il semplice atto di vivere diventa un lavoro stancante e paralizzante.

Racchiudo in me uomini che si aggrappano alla vita anche quando sperare e’ inutile, uomini che camminano fra i miei corridoi e le mie sbarre d’acciaio in silenziosa rassegnazione, in passiva attesa.

Racchiudo persone che sono state da tempo dimenticate non solo dalla cinica indifferenza del mondo, ma dalle loro stesse mogli, dai loro figli e dalle loro famiglie, perche’ non hanno di fronte nessun altro futuro se non una tomba, numerata e desolata in uno squallido cimitero.

Racchiudo dentro di me i confusi, i pervertiti, i ribelli, i dispersi, i poveri e gli sfortunati. Racchiudo gli svantaggiati, gli incauti, i bugiardi, i ladri, e gli assassini; anche questi sono miei.

Racchiudo dentro di me uomini che non molto tempo fa conoscevano la liberta’ e la pace, la dolce freschezza pungente di una notte di inverno, la risata benvenuta di un bambino, uomini che ora conoscono solo il dolore lacerante della totale desolazione.

Racchiudo in gabbia non solo gli stanchi vecchi, ma tristemente gli stanchi giovani; gli occhi blindati della Giustizia sono davvero ciechi. Venite, venite, venite e guardate i volti di coloro che rinchiudo, e trovateci il riflesso della mia immagine che ci si trova stampata come prova profonda e finale della inadeguatezza della societa’ e dell’inumanita’ dell’uomo.

"SI PUO’ GIUDICARE L’UMANITA’ DI UNA SOCIETA’ SUPERANDO I CANCELLI DELLE SUE PRIGIONI"

Perche’ io sono la prigione. Sono l’amarezza nei cuori dei tanti che sono diventati miei, non solo i colpevoli che commisero crimini contro la societa’, ma anche quelli che vennero giudicati colpevoli solo perche’ erano soli, poveri, o ingenui.

Sono il disprezzo di tutto quelli che hanno imparato con la consapevolezza disillusa dell’esperienza della macchina distruttiva del sistema giudiziario reale, che la vita di un uomo, il suo futuro e la sua liberta’ possono essere comprate e vendute e la giustizia non e’ mai ne’ giusta ne’ nobile.

Sono il cinismo erosivo dei tanti che hanno ascoltato questi uomini presumendo di essere infallibili, e che giudicarono loro, i fallibili.

Sono l’avvocato entusiasta che utilizza le prove di innocenza e colpevolezza con indifferenza, per scambiarseli come in una pallavolo verbale per incrementare i loro records di successi e la loro carriera politica.

Sono il secondino della prigione, un buono e amorevole padre di famiglia, un cittadino rispettabile, ma del quale i gesti sadici non trapelano fuori dalle mie mura.

Venite, venite, venite e guardate e vedete che sono ancora piu’ formidabile dei miei muri di pietra, delle sbarre d’acciaio, delle letali torrette armate, perche’ non solo confino, ma distruggo lentamente e irrevocabilmente le anime e lo spirito delle persone che rinchiudo.

Sono la solitudine e l’angoscia che brucia come ghiaccio e i miei denti affondano profondamente nell’anima di quelli che rinchiudo.

Sono un vuoto nero dove il sentimento e’ una debolezza nelle ossa, dove l’ansia respira e cresce, stringe e soffoca.

Sono quei ricordi che assalgono violentemente nella notte come urla piangenti di uno squillo di tromba dall’orchestra della frustrazione, sentita come un’eco nella notte buia attraverso i corridoi, dove un uomo fallisce tentando di soffocare il suo pianto.

Sono la tomba di infiniti sogni abortiti di innumerevoli sbagli umani, il raccoglitore di esperienze e storie senza numero, mai raccontate, mai condivise.

SI, SONO LA PRIGIONE E LE MIE CRUDELTA’ NON POSSONO ESSERE RIPORTATE. PER CONOSCERLE, BISOGNA PROVARLE. DEVONO ESSERE SOPPORTATE.

Devo essere sempre fredda, dura e spietata, perche’ sono la coscienza intollerante della societa’ non interessata e barcollante.

Sono vibrante per il mio contenuto di dispersi, e per la massa che mi cresce dentro continuamente, ingrossandosi giorno per giorno.

Poi vedo una testa che emerge e in quel singolo viso, che si tende verso la liberta’ e il cielo aperto, vedo esposta la vera anima di un Uomo. In quel momento capisco che non dovrei esistere.

Sono i volti della sala visite, alla ricerca. Sono gli occhi di un uomo adulto quando si gonfiano e piangono guardando la propria famiglia allontanarsi per l’ultima volta.

Sono il viso tirato di un uomo in prigione che ricorda nel passato il calore del tocco di sua moglie, la tenerezza dei suoi bambini; ora la sua sola famiglia sono i piccioni che nutre e con cui parla tutte le mattine.

Sono l’angoscia serrata che distrugge l’uomo che aspetta tutti i giorni con silenziosa disperazione e spera in una lettera che non ricevera’ mai, in un visitatore che non verra’ mai.

Si’, sono la prigione, dove il confine di una gabbia di acciaio ti schiaccia con il peso della propria realta’ inumana, dove il vuoto senza fine di un giorno e la solitudine urlante di una notte eterna ripete il mio messaggio, S-E-N-Z-A F-I-N-E.................


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